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“Dodo” Franceschi, la certezza tra i pali grigiorossoblu

E’ ormai una garanzia in casa Pro, una certezza tra i pali. Assieme a Edoardo Franceschi andiamo a tracciare un mini bilancio della stagione villans, segnata indelebilmente dalla pandemia.

Dodo, da anni ormai sei il riferimento tra i pali della Pro Villafranca. Come stai vivendo questi mesi senza calcio?
«Una situazione ovviamente complessa, sotto il profilo sanitario innanzitutto. La lontananza dal terreno di gioco mi ha portato a concentrarmi sulla crescita professionale, intensificando la mia attività di fisioterapista, e sui miei affetti famigliari. Certo è che in questo periodo il calcio manca molto, perchè febbraio è il mese in cui iniziano a delinearsi i valori dei campionati, parte il girone di ritorno e ci si gioca i traguardi prefissati».
A proposito di traguardo: pensi che possiate tagliarlo e concludere la stagione?
«Sino a poco tempo fa avrei detto di sì, ora sono decisamente più pessimista; lo sport per noi è un grande sfogo e un momento nel quale lasciarsi alle spalle ansie della quotidianità».
Come valuti questi anni di Pro Villafranca?
«Molto positivamente, in uno splendido ambiente. Si è creato un grande collettivo, guidato dal presidente Venturini, il direttore Gamba, oltre che da tutto lo staff, dirigenziale e tecnico, con il mitico Serratore. Quando sono arrivato a Villafranca ero reduce dall’Eccellenza e giocare in Prima un po’ mi spaventava. Mai scelta fu invece così azzeccata perchè si è subito creato un ambiente perfetto. In pochi anni siamo arrivati a giocarci chance importanti per raggiungere l’Eccellenza, dimostrazione che è stato fatto qualcosa di ottimo».
Nel tuo recente passato c’è anche un titolo nazionale, con la maglia del Chieri…
«Parlando della società non farei altro che ripetere le grandi cose espresse sul Villafranca. A Chieri ho intrapreso un percorso di formazione ottimo e mi sono tolto la soddisfazione di vincere anche importanti trofei. Se dovessi citare l’apice di quell’avventura ovviamente penso al titolo nazionale Juniores del 2014, sotto la guida di mister Beppe Bosticco, che ho poi ritrovato proprio al “Villa Park”. Oltre a quello scudetto con la mia annata, quella dei 1995, sono arrivati in precedenza altri traguardi, un campionato regionale e tante belle prestazioni».
Fate parte del Girone D di Promozione: chi è a tuo avviso la grande avversaria nella lotta all’Eccellenza?
«Viste le poche gare disputate quelle che esprimo sono prevalentemente sensazioni. Certo è che, dopo averla affrontata anche in Coppa Italia, mi aveva destato un’ottima impressione la Santostefanese, squadra già competitiva l’anno passato e rinforzata da alcuni elementi in difesa e centrocampo. A mio avviso si stava però delineando un torneo equilibrato e l’Arquatese poteva essere la sorpresa del girone».
Che effetto ti fa aver ritrovato mister Bosticco?
«E’ un motivo di grande soddisfazione per me, il segno che qualcosa nel calcio abbiamo fatto e possiamo continuare a fare entrambi. Beppe è un tecnico preparato oltre che un leader carismatico, sono felice di poter lavorare con lui. Il nostro è un rapporto di confronto schietto e sincero costante. Bosticco è un allenatore abile e un uomo di valore».